I bambini sono delle spugne, quindi è bene che imparino le lingue il prima possibile, e il modo migliore per farlo è organizzare un corso a scuola.
Giusto?
Dipende…
Andiamo con ordine.
I bambini sono delle spugne
Non esattamente.
I bambini hanno una grande predisposizione per l’apprendimento delle lingue. Non hanno le mille inibizioni dei grandi. Non hanno paura di non sapere.
Tutto ciò fa sì che i bambini acquisiscano le lingue più facilmente, in modo spontaneo e naturale.
Però i bambini hanno meno memoria degli adulti, meno capacità di ragionare sulla lingua.
E questo significa che per imparare hanno bisogno di tanta ripetizione e tanta esposizione. Hanno bisogno di essere esposti alla lingua con frequenza, all’interno di scenari sufficientemente chiari ed espliciti perchè il significato possa essere dedotto con naturalezza, e abbastanza ridondanti perchè il bambino abbia modo di intuire uno schema e il desiderio di inserirsi in questo schema con le parole, le frasi e le espressioni che conosce.
E’ esattamente ciò che avviene con l’apprendimento della prima lingua, che si sviluppa all’interno di situazioni di vita quotidiana e di routine note, ed è precisamente lo stesso meccanismo che permette ai bambini di acquisire una seconda lingua.
Bisogna che i bambini imparino le lingue il prima possibile
Vero, in un certo senso.
La prima infanzia è un momento di particolare predisposizione per l’apprendimento del linguaggio e delle lingue, un momento da cogliere. Aspettare i 6-7 anni per introdurre una seconda lingua significa perdere un’opportunità.
Però nella prima infanzia le lingue non si imparano, si acquiscono. La differenza è sottile, ma importante.
Acquisire una lingua significa farla propria tramite l’esposizione e l’uso, significa dedurre significati e sperimentare l’uso attivo della lingua senza avere consapevolezza di regole e strutture grammaticali, ma basandosi su apprendimenti impliciti e non consapevoli.
Imparare una lingua invece significa passare attraverso apprenidimenti formali, intenzionali e espliciti, in genere significa partire dall’analisi della struttura grammaticale delle lingua per poi arrivare a piccole frasi. E’ un’esperienza per cui siamo passati tutti, spesso con poca gioia, e assolutamente inadatta ai bambini.
Quindi sì, ha senso esporre i bambini all’Inglese come seconda lingua il prima possibile, ma ha senso farlo solo se ciò facilita l’acquisizione dell’Inglese come seconda lingua.
Il modo migliore per far imparare l’Inglese ai bambini è organizzare un corso a scuola
Il modo migliore per chi?
Un corso a scuola è sicuramente lo strumento migliore per gli adulti, per i bambini dipende…
Un corso a scuola ha l’indubbio vantaggio di arricchire la proposta formativa della scuola, di non richiedere complicazioni pomeridiane ai genitori (sappiamo tutti quanto sono complicate le nostre vite), di poter raggiungere più bambini e, in tutta sincerità, di venire incontro anche alle esigenze delle teacher (molte nostre insegnanti sono mamme, e lavorano molto più volentieri al mattino, quando i loro figli sono a scuola, che al pomeriggio).
Però…
Con un corso a scuola, che in genere prevede un appuntamento alla settimana, è difficile dare l’esposizione e la ripetizione di cui i bambini hanno bisogno per acquisire bene una seconda lingua. E’ anche più difficile far vivere ai bambini l’Inglese come esperienza di vita e mezzo di comunicazione, non come materia scolastica.
Quindi? La cosa intelligente da fare è sfruttare i vantaggi della scuola e adottare delle strategie per evitarne i limiti.
Ecco come facciamo:
- i progetti Learn with Mummy vengono proposti nelle scuole dell’Infanzia o nei nidi solo dopo aver condiviso metodi, obiettivi e strategie con dirigenti e insegnanti della scuola
- i costi per attività all’interno dell’orario scolastico sono inferiori a quelli dei playgroup pomeridiani
- prima di avviare il progetto e alla fine del progetto (a volte anche a metà strada) vengono organizzati degli incontri con i genitori, per spiegare per bene cosa si farà nei laboratori di Inglese, come e perchè
- lateacher informa i genitori con regolarità delle attività che i bambini stanno facendo a scuola, suggerendo anche come continuare a giocare con l’Inglese a casa, per chi lo desidera
- i bambini hanno anche a casa i materiali, libri e CD, che vengono utilizzati a scuola, portando quindi l’esperienza dell’Inglese nel quotidiano
- i genitori sono caldamente invitati a stare al gioco, e supportati a farlo senza timori e imbarazzi
- le insegnanti della scuola vengono coinvolte nel progetto, in modo che non sia un momento avulso dal percorso scolastico dei bambini
- nella scuola primaria i progetti di potenziamento dell’Inglese supportano le attività curricolari con l’esperienza dell’Inglese più carente nella scuola Italiana: la conversazione e l’uso attivo della lingua
Cosa si fa ai Learn with Mummy nella scuola?
Il percorso è molto simile a quello dei playgroup pomeridiani. Ad ogni incontro l’insegnante recita una storia insieme ai bambini, canta una canzone (che ri-racconta la stessa storia in modo diverso) e legge un libro ai bambini. Poi a seconda dell’età si cantano canzoni della tradizione anglosassone (sempre mimate o accompagnate da movimenti, anche molto dinamici) e/o si fanno dei giochi collaborativi, semplici per i più piccoli, più complessi per i più grandi ma sempre molto coinvolgenti.
Funziona?
La nostra esperienza è che a scuola i bambini sono in genere attenti e disciplinati (sappiamo tutti che i bambini a scuola si comportano molto meglio che a casa).
Se si riesce a instaurare una buona collaborazione con insegnanti e genitori, e quindi a amplificare l’esposizione alla lingua, si ottengono risultati sorprendenti, già dalla seconda ripetizione della storia alcuni bambini iniziano a raccontare la storia con l’insegnante. Ovviamente senza che nessuno glielo chieda, l’approccio naturale lascia che sia il bambino a decidere quando e come è pronto a usare la nuova lingua.
I risultati migliori li abbiamo avuti all’interno di scuole che hanno uno stile educativo esperienziale e un buon clima di comunicazione con le famiglie. In queste scuole i bambini sono proattivi, partecipano con interesse alle attività e colgono con entusiasmo le opportunità di autonomia e improvvisazione offerte dall’insegnante. I genitori sono coinvolti, fanno domande e imparano a leggere i progressi dei propri bambini senza chiedergli di recitare un elenco di parole.
Come puoi portare Learn with Mummy nella tua scuola?
Se dirigi una scuola primaria, dell’Infanza o un nido, sei un’insegnante o magari un genitore che vorrebbe vedere questo progetto nella propria scuola mettiti in contatto utilizzando il form qui sotto e ti faremo sapere come possiamo organizzarci.
Se la tua città non compare ancora nella lista o non sai a chi dovresti scrivere scegli Letizia, ti indirizzerò alla persona giusta.