Sono Chiara e vorrei raccontarvi un episodio che mi ha fatto riflettere… Stavo leggendo con mio figlio M. (23 mesi e mezzo). M. prende alcuni dei suoi libri preferiti in italiano e in inglese, li leggiamo, ne prende altri, e a un certo punto mi porta “I musicanti di Brema” in tedesco.
Io comincio a leggerglielo “senza battere ciglio” (ero anche un po’ curiosa della sua reazione). Dopo qualche frase mi fa, con una faccia un po’ stupita e un po’ divertita: “Mamma, parla? No ghese eto!” (= Mamma, come parli? Non è inglese questo!)
Io mi fermo e gli dico che no, non è inglese. È tedesco, un’altra lingua. Guardo mio marito e gli chiedo con gli occhi “Ma hai sentito cos’ha capito il piccoletto?!?” E lui mi risponde di sì, più stupito di me (ha ancora la mascella a penzoloni).
Le mie riflessioni in merito:
a) M. sa (ovviamente) distinguere la sua lingua, l’italiano, dalle altre: lo so perché ogni giorno interagiamo in italiano, e perché mi ha domandato “Mamma, come parli?” (questa non è la solita lingua che usiamo);
b) M. sa distinguere anche l’inglese, tant’è vero che ha detto subito “No inglese eto!”;
c) M. non percepisce (più?) l’inglese come “strano”: infatti quando gli leggo o gli parlo in inglese non mi ha mai chiesto come parlo, ma segue e partecipa all’attività (con i suoi mezzi e capacità, ovviamente). Forse lo percepiva diversamente quando ho iniziato, circa un anno fa, e non era ancora in grado di esprimere la sua perplessità, ma ora ormai l’inglese è diventato familiare.
Ho cominciato a introdurre l’inglese nella nostra famiglia circa un anno fa con libri, canzoni e soprattutto con la partecipazione ai playgroup Learn with Mummy. Da qualche mese sono anche diventata insegnante Learn with Mummy.
Qualche genitore (e anche qualche educatore) mi ha chiesto se bambini così piccoli non rischiano di fare confusione introducendo una seconda lingua così precocemente. Finora ho risposto di no, forte dei miei studi. Ora posso rispondere un “No” ancora più convinto, forte della mia esperienza: bambini così piccoli sono perfettamente in grado di distinguere le lingue.
Non perché sono dei geni, ma perché a quest’età il loro cervello è specializzato per l’acquisizione del linguaggio. Me ne accorgo ogni giorno notando i miglioramenti di mio figlio in italiano. E me ne accorgo ancora di più quando accadono questi “episodi epifanici”! Quindi… keep up the good work!
P.S. di Letizia: da bambina avevo un bellissimo libro di Richard Scarry con varie storie tra cui i musicanti di Brema, non è più in commercio, ma vi ho trovato la copertina della versione Inglese….
Che forte la tua bimba Sara! ?Questo dimostra anche che è in grado di scegliersi l’inglese migliore tra quelli a sua disposizione!
Condivido in pieno cara Chiara! Seguendo i consigli di Bilingue per Gioco, ho cominciato a creare una piccola routine, ritagliando del tempo per giocare, cantare e leggere dei libricini tutto in Inglese, con mia figlia M. fin da quando aveva 5 mesi! E un giorno quando la piccola M. aveva circa 8 mesi, il suo papà, senza pensare troppo alle conseguenze, comincia a leggerle uno dei nostri libricini nel suo Inglese un po’ stentato…, beh, la mia bimba dopo pochi secondi, dopo aver quindi capito che non era il solito Inglese, ha preso il libro dalle mani del papà e lo ha dato a me… e ha detto ‘No…’ …’Mamma’!?Io non potevo crederci!!!! Lei adora leggere le storie con il suo papà, perciò era evidentemente contrariata dall’ascoltare l’Inglese…strano… del papà!!!!?E da quel giorno ho avuto sempre più conferme che questo è il percorso giusto …Sara
Mamma M. due anni e mezzo
Anche io me lo ricordo quel libro!!! Chissà se è ancora in cantina, effettivamente non si trova più in giro.?Stessa esperienza con mia nipote, non mi ha mai chiesto che lingua parlassi ma era pienamente in grado di distinguere, si voltava se stava facendo altre attività e sentiva canzoni in inglese all’improvviso, molto più attratta da quelle che non da quelle in italiano. anzi l’aveva definita “il mummy”, dal nome del playgroup, e alle amichetre del primo anno d’asilo diceva “io capisco il mummy perché la zia parla il mummy”…adesso per fortuna lo definisce correttamente…
Letizia, non potevi mettere libro migliore: Richard Scarry è stato un must per me da bambina, e ora i miei libri li legge mio figlio