Veronica scrive in risposta al post in cui una mamma ci ha parlato le sue difficoltà: ‘Mia figlia si rifiuta di parlare in Inglese, sa che io capisco l’Italiano’.
Veronica, già bambina bilingue, poi mamma bilingue, quindi teacher, ci racconta la sua esprienza:
Ciao, sono Veronica, la Learn with Mummy Teacher di Udine.
Sento sempre molto vicino a me questo tema e mi piacerebbe contribuire con la mia esperienza personale anche se tanto diversa.
Ho 40 anni, sono cresciuta in Italia ma mia mamma è americana e mi ha sempre parlato in Inglese, fin dalla nascita.
So per certo che fino ai tre anni abbiamo sempre parlato esclusivamente in Inglese perché lei l’Italiano lo capiva e lo parlava poco. In più, con me piccola e senza molti aiuti non aveva tempo per fare corsi o studiare la lingua.
Anche mio papà, che viaggiava tantissimo all’estero, pur essendo Italiano, parlava sempre Inglese con me, perché per noi era più naturale.
La mia esposizione all’Italiano era limitata e perlopiù passiva. Ai tempi il Friuli era molto chiuso e mia mamma (la straniera) non era stata accolta a braccia aperte per cui aveva pochissime amicizie.
Avevamo solo la famiglia di mio padre che però parlava quasi esclusivamente il friulano, la lingua della nostra comunità, moooolto diversa dall’Italiano e quasi incomprensibile per mia mamma.
Quindi a due anni mi ritrovavo con un ottimo Inglese prima lingua, l’Italiano che sentivo fuori casa e il friulano che parlavano i miei parenti stretti.
A tre anni mia mamma ed io tornammo per un lungo periodo negli Stati Uniti e sia l’Italiano che il friulano uscirono completamente dal quotidiano. Tornammo in Italia quando avevo 4 anni e da lì le tre lingue tornarono a interagire nella mia testa in maniera “random”.
A quel punto mia mamma, dovendomi portare alla scuola dell’infanzia, iniziò a socializzare con altre mamme e a imparare l’Italiano. La sua esposizione all’Italiano mise fine alla nostra idilliaca esperienza OPOL che andò via via trasformandosi in un One Parent-One Daughter-Two Languages in Progress for Both… se esiste.
Lei mi parlava in Inglese, io le rispondevo in Italiano. Io iniziavo un pensiero in Inglese, lei lo finiva in Italiano. Lo switch era continuo fra di noi.
E per certi versi lo è ancora, soprattutto quando le emozioni prendono il sopravvento (if you know what I mean…)
A volte CI VA di parlare Italiano. A volte DOBBIAMO parlare Inglese. Altre volte proprio non ci pensiamo, mescoliamo tutto ed esce quel che esce.
Perché il punto è che ci capiamo comunque sia in una lingua che nell’altra.
E con gli altri? Beh, è ovvio. Con gli italiani monolingui si parla Italiano. Con gli anglofoni monolingui si parla Inglese. E’ la necessità che detta le regole.
E ora che sono mamma di due bimbi di 3 e 5 anni?
Mi sono impegnata fortemente perché fossero bilingui anche loro. Ok, diciamo pure che è la mia mission.
Voi direte (come dicono in tanti): beh, ma per te è facile. Tu l’Inglese lo sai. Sì, ma non capite che sono bilingue!!!
Non sono come la mia mamma che l’Italiano non lo parlava. Il mio Italiano è forte e presente quanto il mio Inglese. Il rischio di confondere i miei pargoli con un’esposizione sbagliata è lo stesso di un genitore monolingue… se non maggiore.
Essendo esposti in maniera massiccia all’Italiano fin da piccoli e sentendomi parlare entrambe le lingue potrebbero non sentire la necessità di comunicare con me in Inglese.
Poi, un giorno, durante la mia prima gravidanza, mentre mi approcciavo a iniziare questo percorso e a informarmi sull’approccio migliore, feci un incontro che mi cambiò la vita.
In una caffetteria di Trieste, una signora prendeva il the con i suoi due bimbi in età prescolare. Lei si rivolgeva a loro in Inglese. Loro le rispondevano sia in Inglese che in Italiano. L’avvicinai e le chiesi com’era crescere due bimbi bilingui e se aveva qualche consiglio per me.
Mi disse con un sorriso: ‘Never give up. Even when they answer in Italian. Just keep going your own way. You’ll see.’
Mi rasserenai e decisi di attenermi alla regola di questa signora che evidentemente aveva le idee molto chiare. E devo dire che per me funziona.
Quando sono sola con i bimbi (a casa se non abbiamo ospiti, fuori casa se non siamo in compagnia di amici italiani) MI IMPONGO di parlare SEMPRE e SOLO in Inglese con loro.
Mi spiego meglio: lo impongo a me stessa. Non a loro.
Non li obbligo mai a rispondermi in Inglese perché sarebbe una forzatura e, come dice Letizia, questo minerebbe la serenità e la naturalezza del nostro rapporto e del nostro percorso. Semplicemente, io continuo a parlare loro in Inglese, come ho sempre fatto, indifferentemente da come mi rispondono.
Ci metto tutta la mia energia. Condivido quotidianamente la mia lingua tramite libri, giochi, cartoni, esperienze (come il playgroup), propongo viaggi e incontri in Inglese per fare in modo che questa lingua entri loro nel DNA, tenendo presente che “il progetto linguistico che ho in mente per loro” è una responsabilità solo mia. Mentre il piacere della condivisione è sempre di tutti e tre.
Il consiglio che posso dare è di mettere da parte le aspettative.
I risultati arrivano. Basta saper aspettare.
E il friulano?
No… non il vino! La terza lingua a cui ero esposta…
Beh, non l’ho coltivata. Non l’ho amata. Non l’ho sentita vicina.
Non è mai stata assolutamente necessaria e dunque non l’ho mai usata attivamente. Però la capisco e la so leggere e questo per me ha del miracoloso se consideriamo che l’ho assorbita esclusivamente dalle conversazioni ambientali e mai in maniera diretta e interattiva.
Sono assolutamente certa che se un giorno ne avessi davvero bisogno, se il friulano diventasse indispensabile, non avrei difficoltà ad attivare quel bagaglio linguistico.
Ma solo per necessità.
Grazie Veronica, non c’è nulla da aggiungere a questa storia così bella, ricca e sincera.
Però, per chi fosse curioso di vedere dal vivo il bilinguismo di Veronica e dei suoi bambini, ecco il video!
John Hagmann dice
I love reading your website. Sono americano pero’ mi e’ piaciuta sempre la lingua italiana. I am fascinated by the manner in which some of you have been teaching your children English. I love languages for the pure joy of being able to communicate with people from different cultural backgrounds and so I have first chosen and then taught myself enough Italian to be conversant if not as fluent as if it would be were it my madrelingua. But in the case of English it is not just curiosity but the fact that it is becoming the lingua franca of the world, thanks to first the Briish Empire and now ubiquitous American influence. Having your children learn English is not only of great cultural value but also can be of great practical value as they reach adulthood. Se vorreste communicate con me sarebbe un gran piacere sentirvi.
Paola dice
Grazie per il vostro esempio. Ho bisogno di un consiglio. Sono Paola mamma di due bimbi di 5 anni (G)e 4 mesi (N). Con il mio primogenito ho frequentato i playground dall’età di 7 mesi fino ai 3 anni, gli leggevo e cantavo le storie e ancora adesso qualche volta mi chiede di leggere insieme, però ogni volta che provo a parlare in inglese non vuole né ascoltare, né rispondere. L’anno scorso ha frequentato da solo un summer camp in inglese di 1 mese e ha vinto la medaglia per l’inglese. Io ero contenta ma un pó stupita! Con me e suo padre non vuole proprio parlare e ascoltare. Avendo N piccolo vorrei esporlo subito alla lingua inglese, ma ho paura di far confusione perché quando c’è G mi prega di parlargli solo in italiano. Ho un inglese buono, ma che faccio, mollo il colpo? Non so se impormi di parlare in casa solo in inglese o almeno in un momento ben preciso della giornata. Non vorrei che poi G odiasse la lingua perché la sentisse come obbligo? Aiutatemi please. Grazie
Anna dice
Non so se commentare qui o in altri articoli sempre molto interessanti.
Mio figlio ha 7 mesi ed io sono una mamma confusa.
Io e il mio compagno siamo veneti e parliamo il dialetto veneto sia tra noi che, spesso, con il piccolo.
Quando sono sola con lui però cerco di parlare Italiano anche se temo che la sua esposizione all’italiano sia inferiore a quella del dialetto..
Cominceremo a frequentare il playgroup a settembre anche se al momento gli sto leggendo qualche libro in spagnolo perché lo conosco bene (certo meglio dell’inglese) avendo vissuto là quasi un anno.
Però mi sembra di star facendo un po’ troppo *casino* con le lingue…
Devo obbligare anche il mio compagno a parlare sempre in italiano con lui?
Abbandono lo spagnolo?
Cosa mi consigliate?
Ps: per fortuna la zia è una teacher lwm e gli parla sempre in inglese!?
Grazie