Ilaria è mamma di due bambine e nonostante ce la metta tutta non riesce a coinvolgerle nella condivisione dell’Inglese.
Il tempo è tiranno dice, ma forse non è solo questione di tempo…
Leggiamo le sue domande (e le 6 risposte):
Ciao Letizia, sono Ilaria, una mamma con background linguistico che vorrebbe trasferire la propria passione per le lingue anche alle proprie bambine…
La mia difficoltà maggiore però sta nel tempo a disposizione…
Lavoro a tempo pieno e il tempo che mi rimane da trascorrere con le mie bimbe (5 e 3 anni) è quello serale (pre e dopo-cena) dove loro non sono particolarmente ricettive in quanto stanche dalla giornata….
Ho cominciato a utilizzare l’inglese nella fase di messa a nanna (lavaggio, vestizione e lettura di qualche libro dei playgroup che abbiamo frequentato negli ultimi due anni a Padova con la teacher Silvana) e questo a volte sembra funzionare, altre volte invece mi dicono “mamma basta parlare inglese! Parla italiano! Leggici una storia in italiano!”….e questo in parte mi scoraggia perché non vorrei diventasse una forzatura per loro!
Quando frequentavo i playgroup la maestra Silvana ci dava dei link a video/canzoncine su youtube molto utili che attiravano l’attenzione delle mie bimbe…..magari far vedere loro ogni tanto dei video…potrebbe aiutarle ad essere maggiormente interessate?
Grazie mille….ogni consiglio è per me molto prezioso…
Ciao Ilaria,
le tue domande vertono su come utilizzare il poco tempo disponibile, ma mi sembra che il tema centrale sia la motivazione, andiamo quindi con ordine…
La partecipazione al Playgroup era sicuramente una situazione ottimale perchè i Playgroup vi davano molti spunti di attività, canzoni, giochi e video con cui continuare a giocare a casa. Ma in realtà i Playgroup vi davano molto di più… vi davano un ritmo, una cadenza settimanale che ti manteneva focalizzata sul progetto e ti fungeva da richiamo costante.
Sembra poco, ma ti posso assicurare (per esperienza diretta, da mamma) che mantenere la routine è la sfida più grande, fatto quello il grosso è fatto.
Per le bambine poi il playgroup aveva la funzione di contestualizzare l’Inglese, creare un contesto sociale che funziona in Inglese.
Rimane il fatto però che ora non potete più partecipare ai Playgroup, e giustamente cerchi una strategia per mantenere la stessa motivazione e varietà nell’esposizione…
Ecco alcune idee, per l’esattezza 6:
1) Non strafare
Una mamma da sola difficilmente riesce a fare tutto quello che riesce a fare una mamma che frequenta i playgroup ed è supportata da una teacher. Basti pensare che dietro il lavoro stesso della Teacher ci sono anni di esperienza e il lavoro di un team che crea e aggiorna materiali e lesson plan. Quindi il primo obiettivo è darsi un obiettivo meno ambizioso, ma realistico e raggiungibile.
2) Non stressarti
Se l’Inglese viene percepito come un’attività “da fare”, che si aggiunge alle mille cose che una mamma lavoratrice già “deve fare”, inevitabilmente la sola idea ti stancherà e di riflesso le tue bambine la rifiuteranno.
3) Mantieniti “engaged”
Questo è un concetto un po’ più oscuro, chiariamolo..
Se l’Inglese è presente nel tuo quotidiano, fa parte dei tuoi pensieri, ti risulterà molto più semplice e naturale trasmetterlo anche alle tue bambine.
E come mantenere questo pensiero vivo e presente?
Innanzitutto assicurandoti di essere esposta al’Inglese più o meno quotidianamente, il che non è difficile, ma richiede un po’ di pianificazione. Se ti va rispondi nei commenti scrivendo quali sono i tuoi (personali) interessi, e sicuramente troveremo qualche spunto.
Secondariamente, mantenendoti focalizzata sul pensiero che “condividere l’Inglese con i bambini si può”. A questo scopo, credo sinceramente che la newsletter di Learn with Mummy ti sarà di enorme aiuto.
Puoi iscriverti ora e riceverai informazioni, suggerimenti e riflessioni strada facendo, e questa riflessione e condivisione costante ti aiuteranno molto a rimanere motivata. Ne sono certa perchè ho osservato questo impatto pure su me stessa. Io sul tema ci rifletto molto, eppure il richiamo costante della newsletter mi aiuta a fare quello sforzo quotidiano in più necessario per passare dalle idee alle azioni.
Nota: se ti sei iscritta/o in passato alla newsletter e non stai ricevendo gli aggiornamenti è perchè stiamo ancora completando la transizione verso un nuovo sistema di gestione, per sicurezza iscriviti di nuovo e non dimenticare di cliccare sul link di conferma che riceverai via email. Ah, il servizio è del tutto gratuito!
4) Non motivare le bambine
Lascia che la tua motivazione sia contagiosa, lo sarà.
5) Pianifica i materiali
Nella tua lettera menzioni i video, che sono sicuramente utili, ma un po’ riduttivi. Innanzitutto i video funzionano solo se fruiti insieme al genitore, col quale poi si può poi parlare e ridere di ciò che si è visto, magari scimmiottandolo… Ancora meglio dei video però sono i DVD, forse uno strumento antiquato, ma dagli indubbi pregi (che meritano un post a parte). Oltre ai video ci sono molti altri giochi e strumenti, i libri in primis… Di nuovo, la condivisione ti può portare i materiali senza che tu debba cercarli.
In post recenti abbiamo parlato di come scegliere i libri in Inglese per bambini, dando anche consigli per ogni fascia d’età e una lista di libri consigliati (e ulteriori suggerimenti sono stati condivisi nei post), in altri post abbiamo suggerito delle nursery rhymes, sulla pagina Facebook le teacher suggeriscono vari spunti e idee.
6) Scegli dei momenti poco problematici
Può essere che il momento della nanna per voi non sia il momento giusto per le letture in Inglese, soprattutto se l’Inglese è vissuto da te e quindi dalle bambine come una cosa poco spontanea.
Il momento degli spostamenti in macchina potrebbe essere una buona alternativa? Una mamma che conosco, anche lei formata da anni di Playgroup, parla solo in Inglese ai bambini quando li accompagna a scuola (a piedi).
Creare un rituale del film in Inglese nel weekend sarebbe fattibile? Bastano film corti, un paio di Charlie and Lola sarebbero perfetti! Sono adorabili!
Perchè non provi a prendere un paio di libri per bambini in Inglese e a lasciarli in giro per casa? O meglio ancora, a leggerli da te lasciando che le bambine ti vedano e siano loro a chiederti di condividerli con loro?
Oppure, mentre cucini o anche a tavola, potreste ascoltare dei CD di canzoni in Inglese, dei programmi per bambini della BBC (scaricabili come podcast) o degli audiolibri (magari di libri che avete).
Riassumendo, il consiglio è di prendere questo viaggio come un viaggio da fare in compagnia divertendosi, e di condividere questa idea con le bambine. Ricorda sempre che
l’elemento più importante
non è quanto Inglese le tue bambine imparano OGGI,
ma quanta voglia di imparare l’Inglese
hanno e manterranno nel FUTURO
Incidentalmente, è successo anche a me che mio figlio mi dicesse perchè parliamo Inglese? E’ passato, ma questa è un’altra storia…
Attendo i tuoi commenti su quali sono i tuoi interessi, per vedere se troviamo spunti Inglesi per mantenerli (parla pure a ruota libera) e i commenti di tutti su strategie o materiali che a casa vostra hanno funzionato…
Spero di esserti stata utile!
Letizia
Noi siamo una famiglia multilingue. L1 dei bambini è l’italiano, in quanto residenti in Italia. Loro L2 è lo spagnolo perché è la lingua lingua madre di noi genitori. Ed infine L3 è l’inglese perché dalla nascita abbiamo cercato di farglielo imparare attraverso il gioco, il canto&ballo, la lettura, i film&cartoni. Comunque, la loro prima scelta è sempre stata l’italiano, perché è la lingua con la quale loro si sentono più a loro agio. In ogni caso la perseveranza, la coerenza, lo spirito di gioco e il coinvolgere i bambini ad utilizzare le tre lingue senza confondersi sta dando risultato e loro riescono a comunicare usando la lingua opportuna secondo la situazione.
Beatriz, Bravi davvero! Voi genitori, non i bambini… Per loro è tutto molto semplice e spontaneo, ma per i genitori riuscire a giostrare 3 lingue mantenendo “perseveranza, la coerenza, lo spirito di gioco” non è facile, ancora una volta Bravi! quindi.
Letizia
Anche mio figlio di 4 anni e mezzo (1 anno di playgroup) è un po’ pigro con l’inglese.
Quest’anno siamo andati a Londra e si è reso conto del motivo per cui sia importante conoscere l’inglese.
Lui è appassionato di Dinosauri ed al Natural History Museum non è riuscito a capire le spiegazioni della guida. Quindi ci siamo posti l’obieattivo di tornare a Londra fra qualche anno quando avrà imparato meglio l’inglese.
Marianna il concetto che introduci è fondamentale:
la frustrazione può diventare un grande motore di motivazione e intraprendenza.
Proteggere i bambini dalla frustrazione vuol dire privarli di grandi opportunità di crecita, aiutarli invece a trasformare la frustrazione in progettualità equivale e fare loro un grande dono che li accompagnerà per tutta la vita!
Letizia
Anche per me il passaggio “sì mamma però ora basta, parliamo ‘bene”, c’è stato, ma anche per noi è passato, certo non in maniera repentina.
Anche darsi tempo e armarsi di pazienza sono elementi fondamentali di una strategia efficace: come diceva Ilaria, soprassediamo se capiamo che non è il momento, ma continuiamo comunque per la nostra strada, in un altro momento, certo, scegliendo anche altre modalità: se in dato momento non vogliono che tu ti rivolga a loro in lingua, canticchia in allegria anche tra te e te, se il libro una sera non va, facciamoci un po’ di solletico e contiamo i baci della buonanotte. Sono modi per legare l’inglese a momenti affettivamente ricchi e che al tempo stesso non sono ‘time consuming’ per il genitore.
Per me il manifestare in prima persona la curiosità per la lingua, cercarla qua e là nella giornata per viverla con allegria ha portato dal rifiuto a una sempre maggiore accettazione (sì certo, l e n t a m e n t e…) e poi (sempre lentamente) all’interazione. Ora alla mia bambina più grande (10) piace leggere da sola e il più piccolo (8) mi saluta lui al mattino in lingua e da l”attacco’ alla nostra routine quotidiana che va dal risveglio a tutto il tempo della colazione, e poi, a seconda di come butta , anche un po’ oltre. La macchina è il momento ideale per cantare, io canto il primo pezzo di un ritornello, loro lo finiscono…
Gli alti e bassi motivazionali ci sono sempre ma sono convinta che questa lingua che io amo farà sempre parte della loro vita 🙂
Francesca, “canticchia in allegria anche tra te e te” vale più di mille “tesoro vedrai che poi domani mi ringrazierai”!
Ciao Letizia,
grazie per aver riassunto concetti così importanti.
Voglio testimoniare che anche a me è capitato che mia figlia di appena 3 anni, abbia detto “non parlare in inglese”, basta soprassedere, trovare altri spazi e momenti….quando da sola canta le canzoni, dice ai nonni che non conoscono l’inglese “come on” , oppure trova le rime in inglese, divertendosi, ridendo, ballando, confido che non perda mai l’entusiasmo per esprimersi in tale lingua.
Non perdere la motivazione Ilaria, pure io lavoro full time e spesso anche durante i festivi, tempo limitatissimo di poter stare con mia figlia, spesso assieme a altre persone per cui non posso parlare inglese, ma sperimento la sua gioia e i risultati, che mi portano il sorriso nell’anima.
Grazie Noemi, la gioia che condividi è contagiosa perfino in ciò che scrivi, sono sicura che il tuo sorriso è ancor più coinvolgente!
Al momento non mi è ancora successo che mio figlio dicesse un no deciso all’inglese… o meglio: ci sono dei momenti in cui non vuole parlare (o giocare, cantare…) in inglese, ma sono appunto momenti, magari legati a stanchezza o stati d’animo non ottimali. Magari succederà in futuro, e spero di essere preparata all’eventuale “rifiuto”.
Invece non mi è mai, mai capitato che dicesse di no alla lettura in inglese! Un po’ ovviamente aiuta il fatto che a casa nostra la scelta è molto più ampia in inglese che in italiano (direi che almeno l’85/90% dei suoi libri sono in inglese). In ogni caso sono uno strumento insostituibile in questo nostro “viaggio”!
è giusto e sano che i bambini mettano in discussione le nostre scelte, soprattutto quando non sono convenzionali, ma spesso il modo per coinvolgerli si trova. Non preoccuparti Chiara, se e quando arriverà un no sarai prontissima ad affrontarlo!