Sembra assurdo parlare di Inglese per neonati, ma ormai è chiaro che è meglio iniziare a imparare le lingue da bambini…
Quindi?
Qual è l’età giusta per iniziare a insegnare l’Inglese ai bambini?
A 6 mesi è troppo presto?
A 5 anni è troppo tardi?
A 10 anni c’è ancora speranza?
Sono domande frequenti, legittime e giuste, spesso accompagnate da ansia.
Ansia di aver perso il treno. Ansia di causare danno ai propri bambini. Ansia di sbagliare tutto.
Sentiamo cosa dice la professoressa Patricia Kuhl, co-direttore dell’Istituto per il Cervello e Scienze dell’Apprendimento all‘Università di Washington. La sua ricerca è riconosciuta a livello internazionale e si concentra sull’apprendimento precoce delle lingue e i processi di apprendimento dei bambini.
(lo trovi anche in Italiano a questo link: Patricia Kuhl: il genio linguistico dei bambini))
In questo video la professoressa Kuhl sostanzialmente espone tre punti:
1. Fino a 7 anni di età i bambini sono dei geni per le lingue
Dopo i 7 anni la capacità di acquisire una nuova lingua decade.
Secondo la Professoressa Kuhl non c’è ancora pieno consenso sul perchè ciò accada, ma accade, e su questo, sono tutti d’accordo. Il grafico qui sopra, estratto dal video della sua conferenza che trovi più sotto, illustra chiaramente questo concetto.
2. Nel primo anno di vita i bambini distinguono qualsiasi suono
Nei primi 12 mesi di vita i bambini sono in grado di distinguere qualsiasi suono di qualsiasi lingua. E’ una finestra molto limitata.
Intorno al 12mo mese di vita il bambino ha chiaramente individuato quale spettro di suoni fa parte della comunità in cui vive, e la capacità di cogliere suoni al di fuori di questo spettro decade, non serve più.
Avete presente gli stranieri quando cercano di imparare l’Italiano e non sentono le doppie? Non colgono proprio la differenza tra casa e cassa? O gli italiani che non sentono la differenza fra te e the? Ecco, succede perché sono “vecchi”, a un bambino di 6 mesi non succederebbe…
3. I bambini imparano le lingue solo da persone in carne e ossa
Se il bambino comunica con una persona, impara.
Se gli stessi input vengono dati al bambino non da una persona in carne ed ossa ma da un video, o da una registrazione audio, il risultato è … nullo, come non avessero mai ascoltato questa seconda lingua.
Questo dato conferma estese ricerche precedenti che affermano che nei primi anni di vita (certamente nel primo anno) si imparano le lingue solo da persone, da relazioni sociali con le persone, non da strumenti passivi come video o CD.
Quindi, ha senso parlare di Inglese per Neonati?
La primissima infanzia è un momento d’oro per le lingue, un momento che vale la pena cogliere, quindi ha senso esporre i bambini a persone che parlano Inglese fin da piccolissimi.
Questo non significa che dopo il primo anno sia troppo tardi per iniziare ad insegnare l’Inglese a un bambino, ma che non c’è motivo di aspettare. Più i bambini sono piccoli più è facile per loro apprendere un’altra lingua, in modo molto naturale e spontaneo.
In poche parole, i consigli per i genitori sono:
- iniziate a esporre i bambini all’Inglese appena potete,
- se il bambino è molto piccolo, iniziate ora. Se ha 3 anni, iniziate ora. Se ha 10 anni, ha già iniziato, a scuola, e forse se ne è già fatto un’idea sbagliata, poco male, si può sempre recuprare dando esperienze ricche.
- l’Inglese per bambini piccoli (anche per i grandi, ma per i piccoli in particolare) deve arrivare comunicando con persone in carne e ossa, che parlano Inglese ovviamente
Iniziando precocemente aumenta anche la probabilità che il piccolo impari la seconda lingua senza accento, come un vero native speaker o quasi, e che l’apprendimento di ulteriori lingue in futuro sia molto più semplice.
Una volta chiarito che il quando è ORA, rimane aperta la domanda del COME.
E’ ovvio, ma diciamolo, che ha senso parlare di Inglese per bambini molto piccoli solo a patto di farlo con totale leggerezza e assoluta non chalance.
Crescere un bambino è un viaggio molto lungo e molto intenso. L’Inglese ai neonati non serve a nulla se è accompagnato da ansia, aspettative, obiettivi. E’ un dono se invece è accompagnato da coccole, storie, piccoli giochi anche sciocchi, e tanta complicità.
Qualche approfondimento su come esporre i bambini all’Inglese lo trovi qui.
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