In questo mese in cui tutti si sentono più buoni, salvo poi essere solo più spendaccioni, c’è una persona verso cui dovremmo davvero essere tutti più buoni, più generosi, più clementi.
Noi stessi.
E noi stesse.
A cui chiediamo sempre tanto, ma chiediamo ancora di più da quando siamo genitori.
Che facciamo tutto per i nostri bambini e ci sembra che non sia mai abbastanza.
Perché davvero non è mai abbastanza.
Parto io per prima.
Ho cresciuto mio figlio bilingue, ma no, non è bilingue perfetto (whatever that means).
Parla Inglese con chiunque, di qualsiasi cosa, ma non ha l’accento della Regina, o di Oxford.
Legge Dickens e l’Economist, ma non è a pari con i coetanei madrelingua Inglesi.
Potrebbe parlare sempre Inglese anche con me, ma non lo fa.
Perché?
Non perché lui è pigro, ma perché io non sono perfetta.
Perché più lo vedevo autonomo, più mi rilassavo.
Perfetta no, ma brava sì.
Avrei potuto fare di più e meglio?
Sicuramente.
Ma non importa.
Ho fatto tanto, gli ho regalato un dono di cui ancora non può apprezzare l’enormità (me nemmeno è del tutto ignaro).
E l’ho fatto da sola.
Anzi, l’ho fatto con un sacco di altre persone, con migliaia di altri genitori e bambini.
E mi sono anche divertita.
Perfetta no, ma brava sì.
Anche solo per averci provato e creduto.
E tu, quale accettazione ti regali?
In cosa sei brava, anche se non sei perfetta?
In che cosa sei bravo, anche se non sei perfetto?
Scrivili qui sotto nei commenti e scopriremo che non siamo solo nella nostra imperfezione, ma nemmeno nel nostro impegno…
Daniela dice
Come spesso capita, Letizia, hai la parola giusta al momento giusto. Questo post cade incredibilmente come un messaggio dal cielo. Erano giorni che giunta a quest’ora, davanti al camino, mi struggevo al pensiero di non essere riuscita a cogliere questo calendario dell’avvento come l’anno scorso e a regalare a mio figlio F. tutti i bei momenti che abbiamo vissuto l’anno scorso. Tanti cambiamenti recenti ed importanti nelle nostre vite rispetto all’anno scorso, mi sembra di non avere il tempo per fare tutto ma in realtà so che la verità è che non ho saputo organizzarmi bene e per tempo. Non l’ho saputo fare e ci ho rimesso qualcosa a cui tengo tanto. Sono anni luce lontana dall’avere un figlio bilingue (figuriamoci due), ma sto veramente facendo del mio meglio per fare loro il regalo (che anche io ritengo prezioso) di essere bilingui. Ebbene, sono tutt’altro che perfetta nell’organizzarmi e ottimizzare la loro esposizione all’inglese. O meglio, la nostra interazione emotiva in inglese. E invece vorrei proprio esserlo perché, dopo un inizio più che tormentato, più F. cresce e più si apre alla curiosità verso l’inglese, lo accoglie sempre meglio e ora, dopo 3 volte (purtroppo non di più) che abbiamo sentito la playlist di Natale LwM, lui gira per casa cantando divertito “gingombè gingombè gingo molué o mo ma’ titì sturai giamano sopesté”…
Prima di leggere questo post, assistendo a questa cosa, mi ero concentrata su quanto fosse un peccato che io non fossi riuscita a sfruttare al massimo questo momento di sua ricettività e di ricchezza di stimoli provenienti dal calendario; ora mi rendo conto di quanto sia più saggio (e, chissà, magari sarà anche più fruttuoso) che io mi concentri sul fatto che sono una che sa aspettare, che non demorde quando tiene a quello che fa, che si ingegna (anche se non ottimizzando tutti i tempi e le occasioni) e si mette in gioco con affetto e con un sorriso per riuscire prima o poi a consegnare questo regalo ai suoi figli. E chissà, magari dove non riesco con l’organizzazione, potrei un giorno riuscire con la pertinacia!
Un po’ più rincuorata, mando un grande ringraziamento a Letizia, a teacher Cristina che da poco ci ha accolti ai playgroup online e a tutto il team LwM: condividere questo difficile percorso è un grande regalo!
LwM dice
Grazie Daniela!
Hai ragione, perseveranza e pertinacia contano molto, moltissimo.
Lo so che sembra facile detto da una che è già avanti, ma prima o poi tutto l’impegno viene ripagato, bisogna solo saper aspettare, esserci e non demordere (nè stressare).
Grazie,
Letizia