Lo so che non dovrei dirmelo da sola, ma ogni tanto mi sento davvero magica, un’insegnante magica. Come se quello che faccio quando insegno l’Inglese ai bambini fosse un mezzo incantesimo.
Ora penserai “adesso ci dice che i bambini in 3 mesi imparano l’Inglese”.
No, non è questo. Anche perchè nessuno impara l’Inglese in 3 mesi, soprattutto non i bambini.
E nemmeno è il fatto che si divertono.
Ci vuol poco a far divertire i bambini, basta esserci, senza compromessi, e condividere con loro emozioni ed esperienze (ok forse non è proprio poco, ma nemmeno impossibile).
No, sono altri i momenti in cui mi sento magica.
Sono quelli in cui un bambino inizia a piangere. Perchè è stanco, ha sonno, è caduto, o semplicemente oggi gli gira così.
Quando insegni ai bambini succede.
Quando insegni ai bambini CON i genitori, succede un po’ di più.
E quando succede sembra di entrare in un film in slow motion, c’è un momento in cui siamo tutti congelati ed è come se avessimo un cartello sulla testa. Il cartello fa un po’ così:
Bambino 0, che piange: UAAAAAAAHHHH
Mamma 0, mamma del bambino che piange: Ti prego, non ne posso più, la solita figura di… Ti prego, basta…
Mamma 1: ok, gran calma, ora ne usciamo con gran calma, ci pensa la teacher
Mamma 2: no… anche qui, per favore no, mi viene il mal di testa
Mamma 3: almeno non capita solo a me…
Bambino 1: che succede? chi gli ha fatto male? sta male?
Bambino 2: dai teacher vai avanti, come continua la storia?
Bambino 3: la teacher si è fermata, mi faccio una corsa
Bambino 4: se bambino 3 corre, corro anche io
Mamma 4: se si mette a correre me ne vado a casa
Io, la teacher: Nessun problema, ora risolviamo tutto
E senza scompormi faccio il mio rituale calma-bambini, e le mamme e i bambini che tanto ormai lo conoscono lo fanno con me.
Il rituale non è altro che una canzone.
Mamma 0 mi guarda pensando, non ce la puoi fare, questo è troppo tosto, con una canzone non te la cavi, ora lo porto fuori, e Bimbo 0 in effetti continua a piangere come nei fumetti, UAAAAAAAHHHH.
Ma io vado avanti, senza nessun elemento a supportare la mia ostinazione se non l’esperienza passata. Senza toccare il bambino, senza nemmeno avvicinarmi.
E Bimbo 0 si ferma un attimo a guardarmi, poi riprende: UAAAAAAAHHHH.
Vado avanti, si riferma. UAHH.
Un singhiozzo, si calma. Uh.
E’ finita.
Bimbo 0 si fa fare una coccola dalla mamma, e sorride.
Mamma 0 sospira e se lo coccola.
Il gruppo riparte come se non fosse successo nulla.
Ecco, questi sono i momenti in cui mi sento magica, sento di avere il tocco.
Riuscire a capire le emozioni di un bambino, calmarlo, riportarlo al sorriso, entrare in relazione con lui senza invadere il suo spazio, queste sono le cose veramente importanti.
Insegnare l’Inglese è un gioco, quando lo fai in questo tipo di relazione.
Se ti interessa diventare questo tipo di insegnante, contattami:
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