Per i tuoi bambini cerchi la scuola migliore, che darà loro la massima formazione. Il massimo numero di ore di Inglese, meno compiti possibili, meno bambini per classe, meno bambini problematici possibile.
Per non parlare delle materie extra scolastiche: lo sport che fa crescere sani, la musica che arricchisce, l’Inglese che è un passaporto per il mondo.
Tutto questo garantirà il successo dei tuoi bambini?
Dipende…
Parliamone insieme e per farlo scegliamo l‘International Day of Education, proclamato dalle Nazioni Unite, che verrà celebrato (ogni anno) per la prima volta proprio oggi, 24 Gennaio.
Nato, giustamente, per ricordare a tutto il mondo che l’istruzione è un diritto ancora negato a milioni di bambini, è però anche l’occasione per domandarsi cos’è l’Istruzione, o cosa dovrebbe essere. E soprattutto, che ruolo abbiamo noi genitori nelle scelte formative dei nostri figli.
Partiamo dai termini.
Education = Istruzione + Educazione
‘Education’ in Italiano non offre una traduzione immediata: per rendere l’idea dovremmo usare due parole insieme: Istruzione (ovvero ciò che una persona sa) + Educazione (le competenze di una persona, che ne strutturano anche il comportamento).
In Italia, e in diversi paesi Europei, si pone molto l’accento sull’Istruzione e non ci si rende conto che questo, a volte, va a scapito dell’Educazione. A un ottimo livello di istruzione, infatti, non sempre corrisponde un’adeguata preparazione alla vita.
Successo = ?
Noi vogliamo il meglio per i nostri figli, ma cos’è il meglio?
Il posto in banca (non più così interessante…)?
Un lavoro sicuro?
Una vita appagante e ricca di soddisfazioni?
Fare i miliardi alla Zuckerberg?
Attenzione, è una domanda importante, perché se non sappiamo quali opportunità vorremmo dare ai nostri figli difficilmente li metteremo in grado di raggiungerle.
L’Education garantisce il Successo?
Non necessariamente… Certo l’Istruzione è prerequisito fondamentale per accedere a un minimo standard di vita, ed è per questo che è un diritto fondamentale che non dovrebbe essere negato a nessuno. Ma più istruzione non significa sempre più successo.
Pensiamo ai giovani laureati impiegati nei call center o sottopagati. Pensiamo ai giovani intelligenti, dotati e magari pure talentuosi che non arrivano mai a trovare un proprio spazio. Pensiamo a medici e ricercatori, all’apice del percorso formativo, sottomessi ai dettami del barone di turno in un sistema che non premia il merito. Ne conosciamo tutti qualcuno.
In un mondo in cambiamento le competenze (skills) sono importanti quanto le conoscenze (knowledge).
Quindi, la scuola che abbiamo faticosamente scelto coltiva davvero queste competenze?
Forse sì, forse no.
Se la scuola e l’ambiente non accetta l’errore, probabilmente no.
Se i bambini e ragazzi vengono protetti da genitori e scuola dal fallimento, dal brutto voto, dalla delusione, probabilmente no.
Se il metro di valutazione è il voto, e non l’impegno, probabilmente no.
Se il contesto sociale è omogeneo, uniforme, ovattato, probabilmente no.
Se il bullismo c’è, ma non se ne parla, probabilmente no.
La scelta scolastica è sicuramente ardua per qualsiasi genitore che si ponga la questione in maniera critica e non seguendo solo mode o dettami di esclusività.
L’importante è essere coscienti di cosa la scuola (sia essa privata o pubblica) è in grado di dare o di non dare.
(spoiler alert: non esiste la scuola perfetta!)
I genitori non possono delegare la formazione interamente alla scuola.
Appurata l’inevitabile imperfezione di ogni scuola, sta al genitore impegnarsi perchè la formazione, educazione e istruzione, dei ragazzi sia a tutto tondo.
Qualche esempio:
- L’iper-protezione: spesso la scelta di una scuola privata è dettata dalla volontà di inserire il proprio figlio in un contesto ad alto livello di comfort, ovattato, iperprotetto, dove viene seguito passo, per passo, per passo… Eppure perdersi, e poi ri-trovare la strada, è un grande insegnamento di vita. Se cresco sapendo di poter sbagliare e recuperare avrò meno paura di affrontare situazioni ignote, rischiose.
- Alta competitività: Le aspettative sui bambini sono sempre alte, ahimè altissime. Si educano i bambini alla competitività in ogni campo, come quello scolastico e sportivo. Fin dalla primissima infanzia ci illudiamo che i nostri figli primeggino. Li spingiamo dritti dritti all’obiettivo (il voto o il risultato) ma così gli impediamo di sperimentare la strada verso l’obiettivo, che è fatta di tempo, di sbagli, di insuccessi ma a volte anche di divertimento.
- Istruzione prima dell’Educazione: l’Educazione viene prima dell’Istruzione. Se un bambino a scuola impara poco Inglese, ho ampio margine per riparare a casa, magari appunto mettendomi in gioco in prima persona. Ma se il bambino viene formato, educato, a rispondere sempre ripetendo quello che dice la maestra, a non fare domande, e conformarsi al gruppo, a dare per scontati i privilegi, a valutarsi in base a parametri esterni (il voto, la lode), se…se…se… il danno è fatto. A questo tipo di formazione non si rimedia facilmente.
- Apertura al mondo: prendiamo atto del fatto che viviamo in un mondo interconnesso, il futuro è di chi saprà e vorrà interagire col resto del mondo. Questo significa sicuramente conoscenza fluente dell’Inglese, ma l’Inglese da solo non basta. L’Inglese è uno strumento, per utilizzarlo al meglio ci vuole curiosità, autonomia, intraprendenza, capacità relazionali anche in contesti diversi e quindi la capacità di adattarsi a situazioni e culture diverse. In altre parole, l’Inglese deve essere uno strumento di vita, non un insegnamento.
A te la palla!
Caro genitore, come vedi le aspettative su di te sono alte e delegare ad altri (scuole, educatori, etc…) la formazione di tuo figlio non è sempre la scelta giusta.
C’è bisogno del tuo tempo, per fare i compiti e per lo studio.
C’è bisogno del tuo coraggio, per lasciare sbagliare tuo figlio e affiancarlo negli errori.
C’è bisogno del tuo coinvolgimento, come quando scegli di venire ai Playgroup con il tuo bimbo, sederti a terra e giocare insieme.
C’è bisogno della tua pazienza, perché lo sai bene che i risultati non arrivano subito e gli obiettivi che devi darti e dare sono a lunga scadenza.
C’è bisogno anche della tua intransigenza, perché l’Istruzione, come ci ricorda questa giornata Internazionale, è un privilegio, un lusso. I nostri figli devono esserne consapevoli e magari, un giorno, usare i doni ricevuti per rendere il mondo migliore anche per chi non ha avuto accesso a questi privilegi.
Valeria Dragone dice
Brava Letizia! riflessioni stimolanti le tue anche per chi i figli ormai “non li vede più”..c’è sempre da imparare dalle tue esperienze che sai condividere con grazia e coraggio.
LwM dice
ciao Valeria! Colgo l’occasione del tuo commento per aggiungere una riflessione… anche i nonni, e le nonne, posso fare tanto per i nipotini. Magari in maniera indiretta, magari semplicemente suggerendo un punto di vista più rilassato a noi genitori, che presi dal vortice della quatidinità possiamo rischiare di perdere di vista il fatto che la vita è un viaggio, non una gara… Un abbraccio,
Letizia