Quanto è importante che la pronuncia inglese sia perfetta nelle esperienze di Inglese per bambini?
L’insegnante è madrelingua? E’ questa l’unica cosa che conta?
E’ bene lasciar fare tutto all’insegnante e non immischiarsi per non rischiare di rovinare la pronuncia del bambino?
O addirittura: “se solo trovassi una baby sitter madrelingua!” (già, che ci vuole?!)
Vediamo di scindere il problema in quattro parti:
1) quanto è importante avere una buona pronuncia inglese?
2) quanto è importante avere un buon accento inglese?
3) come si fa a raggiungere un buon accento inglese?
4) cosa non si fa per raggiungere un buon accento inglese?
1. E’ essenziale avere una buona pronuncia Inglese?
Sì, è essenziale, diversamente non si viene capiti. Per citare un esempio che ho sentito proprio l’altro giorno, hai presente quando vai indietro nell’ascolto di un CD o di un brano? Fai il rewind. In questa parola sembra esserci la parola wind (vento), ma è solo un’impressione, il wind non c’entra niente e si pronuncia più o meno ‘rewaind’. Se si sbaglia la pronuncia, si dicono parole inesistenti.
Per acquisire una buona pronuncia però basta avere un insegnante che parla correttamente l’Inglese ed essere esposti con frequenza all’Inglese.
Quando si parla di bambini poi è essenziale avere pazienza. Nessun bambino inizia a parlare l’Italiano, o la lingua madre qualunque essa sia, senza fare errori di pronuncia. Sono una componente inevitabile del percorso di apprendimento (e di crescita, perchè l’articolazione di alcuni suoni è più complessa e migliora man mano che il bambino cresce). Questo è vero anche per l’Inglese.
Però…
Il punto è un altro.
Quando si espone un bambino all'Inglese ciò che ci preoccupa non è la pronuncia, che giustamente diamo un po' per scontata, ma l'accento.L’accento è tutta un’altra storia, è qualcosa di molto più sottile e molto più personale della pronuncia, e forse anche di meno critico…
2. L’importanza dell’accento quando si impara l’Inglese
Presumo che tu che stai leggendo sia Italiano, o Italiana, o una/a straniero/a che è molto fluente in Italiano.
Se non ti spiace, prendi in mano il telefonino e registrati (audio o video) mentre leggi ad alta voce questa frase:
“è importantissimo avere un ottimo accento, perché ti permette di accedere a certi circuiti e di relazionare con determinate persone”
ora ascolta la registrazione, e magari inviala a un amico/a che non sia della tua regione
e poi domandati e domandagli: com’è il mio accento?
Con questo accento potresti andare a fare l’annunciatrice/ore in TV? o in radio? o in una radio locale?
Se in Italiano conviviamo serenamente con accenti pittoreschi, perchè in Inglese aspiriamo ad un accento parlato da meno del 3% dei britannici e da un'inezia degli anglofoni del mondo?Diciamocelo, quando pensiamo al madrelingua pensiamo alla regina & family, non al regular Joe* che fa il pescatore sull’isola di Skye (Scozia, il cui Inglese sta a quello della regina come il siciliano stretto sta all’Italiano delle signorine buonasera).
3. Come si fa a raggiungere un buon accento inglese?
Per prima cosa, per avere un buon accento Inglese, è essenziale parlare l’Inglese.
E per parlare l’Inglese è indispensabile capirlo.
E se andiamo avanti così va a finire che per parlare l’Inglese ci vuole un fiooooore, che in effetti non guasta mai.
Invece, non divaghiamo, quello che serve per avere una buona pronuncia Inglese e un buon accento ce lo disse già tanti anni fa la Professoressa Sorace, esperta di Bilinguismo dell’università di Edimburgo, fondatrice di Bilingualism Matters nonché sarda (e in quanto a bilinguismo i sardi nascono già “imparati”).
Ecco cosa disse la professoressa Sorace:
ai bambini serve acquisire la consapevolezza che ci siano molte persone che usano quella lingua, con accenti e modi di parlare diversi, esattamente come per la lingua parlata nella comunità. In altri termini, serve essere esposti quanto più possibile alla variazione naturale che si osserva in qualsiasi lingua… I bambini sono grandi ‘regolarizzatori’. In genere non imparano i tipici errori prodotti dai parlanti non nativi, soprattutto se hanno occasioni frequenti di sentire la lingua da più persone. Prof.ssa Sorace, intervista integrale qui.
Quindi per riassumere, per acquisire un buon accento Inglese serve iniziare presto e avere tanta esposizione alla lingua, variegata e diversificata.
Per questo ha senso iniziare quando i bambini sono ancora piccoli e coinvolgere i genitori, dare loro strumenti e supporti per continuare a giocare con l’Inglese anche a casa. Soprattutto, serve che l’insegnante non si arroghi il privilegio e l’onere di essere l’unico e principale strumento di esposizione alla lingua ma incoraggi la famiglia a sfruttare le proprie risorse e i propri interessi per trovare opportunità di condivisione dell’Inglese, che siano video, audiolibri, film, telefonate agli amici, vacanze o altro…
Ma soprattutto, è indispensabile amare l’Inglese, amare i momenti dedicati a questa lingua, che siano i libri letti (o ascoltati) in braccio alla mamma, i pancakes e i muffin cucinati col papà (yes you can, daddies!), i filmoni in Inglese del venerdì sera tutti accoccolati sul divano o le canzoni cantate a squarciagola in macchina.
L’accento verrà da sé, l’importante è partire. Oggi.
4. Cosa invece NON bisogna fare per imparare l’Inglese con un buon accento?
Non bisogna imparare la pronuncia Inglese leggendo i libri (lo si imparerebbe con la propria musicalità interna, dettata dalla propria lingua madre e dalla propria fantasia nell’interpretazione di questa lingua notoriamente bizzarra nella corrispondenza segno-suono).
Non bisogna fare esercizi di grammatica. Non bisogna fare lezioni di fonetica. Non bisogna impuntarsi sul singolo suono.
Soprattutto, non bisogna aspettare di aver trovato l’insegnante perfetta educata a Oxford (considerata dagli Italiani l’emblema della pronuncia Inglese standard, che invece standard non è). Perchè mentre si aspetta i bambini crescono, perdono il loro innato ma volatile senso per le lingue e perdono la spontaneità che è invece indispensabile perchè crescendo continuino a sfruttare ogni possibile occasione di esposizione all’Inglese.
L‘accento viene se non ci pensi, se comunichi in Inglese e hai un bagaglio di esperienze in Inglese a cui attingere. Se ti immergi nella lingua con entusiasmo e senza paure.
Ancora una volta…
L’accento verrà da sé, l’importante è partire. Oggi.
*Regular Joe – o average Joe – sono espressioni per indicare l’uomo comune, il nostro Mario Rossi. E per le donne? Plain Jane.
Diara dice
Un consiglio che mi sento di dare agli adulti se fanno proprio fatica a pronunciare alcuni suoni inglesi e/o vogliono un accento più native è fare lezioni con un insegnante specializzato.
L’ho fatto ed è stata un’esperienza molto arricchente. Ha anche avuto un effetto inaspettato, i miei listening skills si sono affinati.
Margherita dice
Ciao Letizia, nel tuo articolo suggerisci di non imparare l’inglese leggendo i libri in inglese. Giusto? Quindi paroline si’, canzoncine si, e libri no? Oppure intendi dire che non si impara esclusivamente leggendo i libri?
LwM dice
Margherita,
assolutamente non è quello che intendevo, e grazie della tua domanda che mi permette di chiarirlo!
La conoscenza di una lingua è composta di molti skill diversi, solo per prendere quelli più evidenti consideriamo: comprensione scritta, comprensione orale, produzione scritta, produzione orale. Ognuno di questi poi si poggia su competenze diverse più sottili.
Io qui mi riferivo SOLO a come imparare la lingua con una pronuncia corretta e a migliorare il proprio accento. Leggere non aiuta in questo senso, e infatti ci sono persone con una competenza della lingua raffinatissima, che scrivono articoli in Inglese, ma che non sono in grado di sostenere una banale conversazione.
Concludendo leggere è importantissimo per migliorare alcune competenze linguistiche (consapevolezza della struttura della lingua e della grammatica, ampiezza del lessico, etc.), ma NON per lavorare su pronuncia e accento, per i quali è indispensabile l’input uditivo, possibilmente all’interno di una conversazione (cioè non solo input passivi come i film).
Spero di aver chiarito!
Letizia
John Hagmann dice
Commenti interessanti. Io sono americano e’ posso parlare l’ italiano. (In modo mio!) La pronuncia m’ interesse molto. Dato che inglese non e’ una lingua fonetica posso capire come può impazzire loro che vogliano parlarla in un modo comprensibile. I vocali sono molto variabile, la lettera H dev’ essere aspirato e l’ ortografia e fuori comprensione. (… anche per me) Se qualcuno do voi vuole conversare con me fammi sapere e forse possiamo Skype. Senza altro il mio accento e’ americano, non britannico, pero’ non e troppo forte come., ad esempio a Texas oppure Boston. Molto “midwest”
Mi chiamo John e abito a New Haven, Connecticut.
LwM dice
Hi John, c’è un libro interessantissimo sulla lingua Inglese che tocca vari temi tra cui la storia dell’ortografia. Non è un libro per stranieri che la stanno imparando, ma per native speakers che vogliono capire il perchè delle sue incongruenze. Non ti aiuta a capirla, ma ti spiega almeno perchè è impossibile da capire.
Se vuoi un po’ come fare una chiaccherata con lo psicanalista di tua moglie: la ami così com’è e per tutta la vita le sei stato accanto accettando le sue stranezze, ma se questo signore è in grado di toglierti qualche curiosità, non ti fai scappare l’occasione!
Mother Tongue: The Story of the English language by Bill Bryson.
Ciao!
Letizia
Consuelo dice
Hi John,
are you still available for Skype conversation?
Thank you
Alessandra Rodio dice
Io sono andata in crisi in Scozia, in Irlanda (se comprendi un indigeno alticcio al pub hai vinto) e persino a Londra, che ormai è diventato una città inglese senza inglesi…quindi la lingua declinata con gli accenti asiatici, del sud Europa, dell’America Latina…ben vengano le diversità e l’elasticità, il British English ce lo teniamo per quando saremo ricevuti a Buckingham Palace dalla regina in persona. 😀
LwM dice
Forse l’ermeticità del linguaggio è uno dei motivi per cui la Scozia riscuote tanto successo?
E’ anche stupenda certo, soprattutto quando non piove, il che però avviene così di rado che effettivamente la prima ipotesi torna a essere interessante…
Chiara dice
Il mio regular Joe l’ho incontrato il primo giorno di Erasmus a Manchester, agli inizi del terzo millennio, e il suo accento non assomigliava neanche un po’ a quello delle audiocassette che avevo ascoltato fino ad allora…
Primo giorno in università, prendo l’ascensore, le porte stanno per chiudersi e un fattorino da fuori mi chiede una cosa come “Op or don?” pronunciato stretto stretto. Rimango a bocca aperta senza spiaccicare parola e nel frattempo le porte si chiudono e l’ascensore mi porta al mio piano. Mi chiedo per diversi minuti cosa diavolo mi abbia chiesto e alla fine rinuncio. Passano i mesi e ormai sono agli sgoccioli della mia esperienza lì… stesso ascensore, altro fattorino che mi chiede la stessa cosa nello stesso accento mancuniano. Vivo una specie di epifania perché ormai il mio orecchio allenato capisce che mi sta chiedendo se vado in su o in giù. Blocco le porte e dico “up” sorridendo tra me e me.
In quei mesi mi sono abituata alle vocali strette non solo del mancunian accent, ma anche a quelle dello scozzese della mia coinquilina… tanto che alla fine ho preso più la sua “cantilena” scozzese che l’accento di Manchester!
Insomma per gli accenti è proprio vero il detto che “chi va con lo zoppo, impara a zoppicare”, che non necessariamente è una brutta cosa 🙂
anna dice
Proprio vera la questione degli accenti! Per esempio, a Newcastle, nel Nord Est Inghilterra a confine con la Scozia, possono avere un accento più o meno pronunciato, fino a parlare un dialetto strettissimo, il Geordie. Che assomiglia forse al nostro sardo o genovese, incomprensibile anche a gran parte degli inglesi!
Ricordo sempre una battuta di un inglese del sud Inghilterra quando, dopo aver parlato per diverso tempo insieme, mi chiese come mai conoscessi bene la lingua e avessi un buon accento inglese. Alla mia risposta “perchè ho vissuto diversi anni a Durham e Newcastle, e mio marito è di Newcastle”, mi rispose: “Ah, ecco, allora rifaccio la domanda… come mai conosci così bene la lingua e hai un accento così inglese?”.
LwM dice
eh eh… allora anche tu sei una “regolarizzatrice”!
anna dice
No anzi! Mi diverto un sacco ad ascoltare i diversi accenti inglesi e mi piace molto il geordie. Sai invece chi ha cercato di cancellare (ed è riuscito) il proprio accento geordie? Sting!