In questa giornata mondiale dedicata agli Insegnanti vogliamo accendere i riflettori su un valore che nel mondo dell’insegnamento è spesso sottovalutato, se non snobbato:
l’alleanza educativa tra insegnante e genitori
Che parolone! Cosa sarà mai?
E’ un modo complicato di dire: Totale fiducia.
Totale fiducia nel bambino, nel genitore, nell’insegnante, nella capacità di collaborare.
Chi ha già iniziato – o sta iniziando – i Playgroup, e sta mettendo i propri bambini sul cammino dell’inglese, sa che il percorso sarà lungo, ma ha fiducia che, se affrontato con l’approccio giusto, porterà grandi soddisfazioni.
Questo percorso non è fatto solo di parole in inglese e di pronunce corrette.
Questo percorso è fatto di relazioni
Le relazioni sono il vero motore dell’apprendimento e come in tutte le relazioni, la fiducia gioca un ruolo fondamentale.
La fiducia nell’insegnante e nella sua esperienza; a mano a mano che si prosegue nel cammino, metterà in mano ai genitori preziosi consigli e strumenti su come continuare con l’inglese anche a casa.
E c’è poi la fiducia NEL bambino (da parte del genitore) e la fiducia DEL bambino (verso il genitore).
‘Se mamma o papà si divertono a giocare con me in Inglese, cosa posso volere di più?’
Questo percorso è fatto di collaborazione.
Insegnanti e genitori hanno un obiettivo comune, fatto di piccoli passi e piccole conquiste che si sedimentano col tempo.
Lasciarsi ispirare dai giochi e dalle situazioni dei Playgroup per poi continuare a casa il percorso con l’inglese è collaborazione.
Lavorare con la teacher per creare un gruppo armonioso, in cui ci sia rispetto reciproco e accoglienza, è collaborazione.
Parlare con le altre mamme o gli altri papà in Inglese al playgroup (perché la prima regola del Playgroup è che si parla solo inglese!) è collaborazione.
Questo percorso è fatto di energia
Per conquistare i bambini ce ne vuole tanta, figuriamoci poi in una lingua diversa!
Il coinvolgimento dei bambini è alla base di tutto.
L’importante è che i bambini si divertano e sorridano… poi da lì, farli sorridere in inglese è un attimo!
Questo percorso è fatto di anche di professionalità
La professionalità è un misto di preparazione e di esperienza; non c’è improvvisazione, ma padronanza e abilità nel proporre le attività.
La professionalità è riuscire ad accogliere le esigenze, i timori, i dubbi di ogni genitore senza perdere di vista la direzione del gruppo per accompagnarli tutti alla meta, cioè a vivere l’Inglese!
Dicevamo, dunque… questo percorso non è fatto SOLO di parole in inglese… però quelle ci vogliono, eccome ci vogliono! E’ per questo che nel magico mondo dei Playgroup si parla solo ed esclusivamente Inglese, tutto il tempo, tutti con tutti.
Buon lavoro Teacher, e buon lavoro Genitori!
E giusto per non prenderci troppo sul serio…
Un saluto dalla teacher che avete sempre temuto (e forse incontrato) e da tutte noi! Guarda il video:
Per il World Teacher's Day condividiamo un video per prenderci in giro e un tema per prenderci sul serio: l'Alleanza Educativa tra Genitori e Insegnanti https://learnwithmummy.com/world-teachers-day-2018/Happy World Teacher's Day a tutti gli Insegnanti!
Posted by Learn with Mummy on Friday, October 5, 2018
Ideazione e realizzazione del video Ardoq
Veronica dice
Essere insegnante è un privilegio ma anche una grandissima responsabilità.
Conoscere perfettamente la materia o la disciplina che si insegna non è sufficiente per insegnarla con successo.
Bisogna avere una genuina voglia di trasmettere le proprie conoscenze, entrando in relazione con ciascuno studente.
Prima di intuire questo pensavo che ci fossero materie facili, materie difficili e materie impossibili.
Alle scuole medie la mia materia impossibile era la matematica.
Passai tre anni di patimenti con un’insegnante che non spiegava, leggeva il libro. Non faceva esempi. Ripeteva quello che c’era scritto nel libro. Non sorrideva, tirava occhiatacce e poi leggeva il libro.
Non proprio una Signorina Rottenmaier, ma quasi.
Nella mia testa la matematica era una materia sterile, di poco valore, noiosa, inutile, ostile… secca.
Poi alle scuole superiori cambiò tutto con la Professoressa Marinelli. Ancora me la ricordo con i suoi bei capelli scompigliati (un po’ genio, un po’ bambina). Sempre trafelata alla prima ora perché portava suo figlio a scuola in bici dall’altra parte della città. Sempre sporca di gesso perché rifaceva gli esercizi alla lavagna con noi un milione di volte. Sempre divertita perché amava farcire le sue spiegazioni con esempi personali, metafore poetiche e battute che ci tenevano agganciati fino alla fine. Sempre paziente e pronta a darci una seconda possibilità perché ci teneva a che nessuno restasse indietro. Sempre rispettosa perché sapeva che tutti avevamo tempi diversi, caratteri diversi e situazioni personali diverse.
Con lei nacque in me (e in molti altri) la consapevolezza che non stavamo studiando per ottenere un voto ma per migliorarci come persone e a livello più sottile per nutrire quella relazione che lei, in primis, basava sulla fiducia reciproca.
Con lei imparai che non esistono materie difficili o impossibili se le persone designate a trasferirci le loro conoscenze possiedono un desiderio genuino, spontaneo e assoluto di trasmetterci la loro passione per quell’insieme di nozioni.
Fu anche grazie ai suoi insegnamenti e al suo esempio che capii che tipo di genitore e di insegnante volevo diventare.